Ho cominciato a raccogliere francobolli con gli usati che trovavo nella posta di casa e di conoscenti. Poi prendevo le confezioni di marmellata “Cremifrutto” l’etichetta era stampata in una bustina di carta con un foro centrale che permetteva di vedere il colore del un francobollo, la Cremifrutto allora faceva molta pubblicità anche in periodici al suo prodotto mettendo in risalto la filatelia.
Dopo pochi anni sono passato “Astra Francobolli” gli anni passano, il primo francobollo che comperai in Posta fu Segantini (1957); non avevo i soldi (L. 220) per comperare la coppia Segantini e Fattori ma ci tornai dopo pochi giorni; era lo sportello filatelico presso l’ufficio postale chiamato della Borsa, con l’ingresso in Via Ugo Bassi.
Continuando la mia passione ho cominciato a frequentare commercianti e da qui cominciò la mia avventura filatelica,
Grazie al prezioso aiuto morale ed economico di mio padre, ho cominciato a fare inserzioni nella rivista filatelica DBZ e vendere per corrispondenza con la Germania; nel 1980 comprai l’attività di un collega che voleva trasferirsi in altra città.
Con il servizio novità che facevo in negozio, mi innamorai dei francobolli cinesi, per la loro grafica, colori e stile orientale ed è l’unica nazione che numera i francobolli: sotto la vignetta ci sono delle importanti notizie: l’anno di emissione, il numero dell’emissione, da quanti valori si compone la serie e il numero del francobollo una idea geniale e in uso da tanti anni, riuscii a contagiare molti miei clienti. Purtroppo non c’era un album di Cina di produzione nazionale: ad un convegno contattai la Leuchtturm che stampava l’album della Cina. Avevano un fascicolo che presi e in negozio potei constatare tutti i vantaggi di questo album tra cui un costo inferiore rispetto agli album italiani: anche i miei clienti li accolsero favorevolmente.
Dopo pochi anni diventai un loro cliente diretto in Germania.
Per questo nacque la “GIROTTI BOLOGNA” poi diventai l’esclusivista per l’Italia.
Finché per una loro visione del mercato tolsero tutte le rappresentanze che avevano nel mondo. La Leuchtturm la trovate in tutto il mondo.
La Leuchtturm per ora non riesce a sfondare in Italia, come negli altri stati, perché i nostri produttori sono molto bravi e da tanti anni sul mercato sono riusciti a imporre il loro Nome.
Purtroppo la crisi del settore – in 70 anni non c’è mai stato una crisi così profonda – le limitazioni del coronavirus, seguite da seri problemi di salute in famiglia, mi hanno dato una forte scossa; mi sto riprendendo e con un po' di ottimismo mi permetto di dire che c’è il risveglio della Fenice.